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C'è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce

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Un verso questa volta di Leonard Cohen, celebre poeta cantautore canadese reso famoso anche dalle tante versione pop della sua Halleluja. Con queste parole Draghi fu salutato alla fine del suo mandato in Bce. Mi piace che un uomo che sembra un esempio di integerrima professionalità sia consapevole che non è la forma perfetta l'obbiettivo del nostro impegno. Potrei quasi suggerire – alla fine di questa giornata – che lasciare entrare la luce è lo scopo dei nostri giorni. Lasciarla entrare proprio dove non vorremmo, dove preferiremmo che nessuno veda, che nessuno sappia, che nessuno conosca la nostra miseria, le nostre paure, la nostra vigliaccheria, le cadute più umilianti, la vanità e le piccinerie. "Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza". Si dolce Signore, ti abbiamo visto anche oggi affacciarti dalle nostre crepe: perché la porta non te l'avevamo aperta, ma tu non ti sei arreso, ed h

Ed io, avrò cura di te

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  Questa volta è Battiato a darci lo spunto per fare eco alla Parola. Si è appena concluso il Mese della Pace, ed oggi pomeriggio abbiamo celebrato con l'Ac dell'Unità Pastorale. Papa Francesco propone una " Cultura della cura" per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente. Mi trovo qui allo scadere della giornata e mi chiedo come prenderci cura gli uni degli altri in questo tempo difficile dove ogni contatto porta con se un rischio: ricordare, ri-cordare , potrebbe essere una bella strada. Arrivati a sera scrivere nel proprio diario spirituale i nomi delle persone che si sono incontrate "con cura" in questo giorno ed insieme quelle distanti a cui vorremmo far giungere una carezza.  Immergeremo così con la memoria grata nel lago grande del nostro cuore il volto dei nostri amici vicini e lontani ; poi saranno  gli angeli a portare in giro per le case queste carezze della sera , ovunque essi siano: non sarann

A volte hai meno senso di un'inserzione di Wish

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 Una ragazza ieri mi ha invitato ad ascoltare "Il senso di ogni cosa" di Fabrizio Moro: così il verso di quest'altra canzone – che ho messo nel titolo – mi è tornato in mente. Già, si può essere persone che come il sale danno sapore ad ogni gesto e parola, anche quelle dette per scherzare, oppure persone che sottraggono senso agli incontri, capaci solo di rubare la gioia degli altri, per invidia o per stupidità, che in fondo sono più simili di quello che sembra. Da quando da adolescente un giorno, leggendo il Vangelo quasi di nascosto, chiuso in camera mia, ho scoperto che quelle parole erano più vere delle colline e del mare, dei milli libri che amavo e dei sogni che altri mi facevano sognare, una cosa è irrimediabilmente sparita: la noia. Non ho più conosciuto un briciolo di noia, lì dove fino alla settimana prima spesso annegavo, in tanti pomeriggi lenti di compiti scolastici, tv e merende. Tutto aveva improvvisamente, incredibilmente, senso. L'allegria come la tri

Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza

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  Mentre oggi tenevo la mia lezione di Teologia online ho ritrovato queste parole di papa Francesco. È un testo molto bello che per intero continua così: "Il credente ha la sicurezza che non va perduta nessuna delle sue opere svolte con amore, non va perduta nessuna delle sue sincere preoccupazioni per gli altri, non va perduto nessun atto d'amore per Dio, non va perduta nessuna dolorosa pazienza. Tutto ciò circola attraverso il mondo come una forza di vita". Anche Cherubini diceva una cosa simile: "L'amore dato non ritorna a posto, ma resta in giro, e rende il cielo immenso". Bene, ieri p. Pio e i Pinguini Tattici si facevano compagnia nel post, adesso tocca alla coppia Bergoglio/Jovanotti! Ma questa sera mi sembrava proprio bello ridircelo: niente va perduto di ciò che si è vissuto nella verità, di tutto ciò che si è offerto ai fratelli e alle sorelle come una scialuppa di salvataggio nel mare del non senso dei giorni apparentemente uguali. Un atto d'a

T'ho usata come una risposta, ma eri milioni di domande

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  È un verso di una canzone pop di quest'anno. Mi piace alla fine di questa sera riprendere questo blog e lasciare l'eco di una parola, perché ogni parola vera è sempre l'eco di una Parola altra, di una Parola alta. Seminiamo parole senza sapere che sono lame o carezze o talvolta entrambe le cose insieme. Ogni incontro è ascolto di un volto che è un appello a cercare più in là, più in profondità, più in alto, più al largo... Da quel giorno in cui ci siamo illusi - prendendo la mela sull'albero del Paradiso - che la vita si potesse afferrare, continuiamo a prendere cose e persone pensando che ci diano risposte alla nostra infinita sete d'amore. Ogni incontro è un'altra domanda, e tu Signore questa sera, questa notte, ci chiedi ancora di fidarci di te, e di distendere le mani, il cuore, il pensiero ed i timori. Ora è tempo di abbandonarsi con fiducia alla tua santa e dolce volontà, domani - domani! - sarà il tempo di continuare l'avventura della vita, quella c

Tutto nasce per fiorire in un'eterna primavera

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Questa chi l'avrà detta questa frase? Sylvia Plath? Emily Dickinson? Wislawa Szymborska? No.. eppure potrebbe essere stata una di loro. Grandi poetesse, capaci di versi fulminanti: "Senti come mi batte forte il tuo cuore" - "Sono abitata da un grido/ di notte esce svolazzando/ in cerca, con i suoi uncini, di qualcosa da amare" -  “Non sapendo quando l'alba arriverà, tengo aperta ogni porta.” L'ha detta un uomo in realtà, seppure abitato anche da uno sguardo femminile. Una frase che sta in bilico sul filo della speranza, che è la luce della sera per il credente. La speranza, che appartiene in verità anche ad ogni donna abituata alle gestazioni, che ha imparato nel buio a seguire le tracce del giorno che deve arrivare. È una parola di grazia, come quando la quercia chiese al mandarlo: "Parlami di Dio!". E il mandorlo fiorì. Bene è proprio ora di andare a dormire adesso: "Sogna! Sogna un mondo che ancora non si vede, ma che di certo arriverà&

Ma forse è proprio dai tuoi occhi che arriva una canzone

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È un verso dall'ultimo album di Fiorella Mannoia. Un ultimo verso, dunque per questa sera che è diventata notte fonda: direbbe la grande Etty Hillesum che ci vuole un verso di poesia al giorno per poter vivere. Aggiungo che ci vogliono due occhi che ti guardano con tenerezza per non morire quando arriva sera. Per questo è dolcissimo addormentarsi col Signore, mentre ripercorriamo i volti degli amici incontrati o desiderati, il volto dei nostri cari; ed in ognuno di loro ci soffermiamo un po', finché non scorgiamo in loro un raggio della luce di Cristo. "Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace.. perché i miei occhi hanno visto.. luce.." Così si affronta la notte, circondati da angeli. Così ci si prepara al mattino, per un giorno nuovo, per le opere belle che ci aspettano, per le ferite di cui potersi vantare da vecchi, per i sorrisi a cui sapremo dare ali. Buonanotte fratelli e sorelle, amati dal Signore.