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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Tutto nasce per fiorire in un'eterna primavera

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Questa chi l'avrà detta questa frase? Sylvia Plath? Emily Dickinson? Wislawa Szymborska? No.. eppure potrebbe essere stata una di loro. Grandi poetesse, capaci di versi fulminanti: "Senti come mi batte forte il tuo cuore" - "Sono abitata da un grido/ di notte esce svolazzando/ in cerca, con i suoi uncini, di qualcosa da amare" -  “Non sapendo quando l'alba arriverà, tengo aperta ogni porta.” L'ha detta un uomo in realtà, seppure abitato anche da uno sguardo femminile. Una frase che sta in bilico sul filo della speranza, che è la luce della sera per il credente. La speranza, che appartiene in verità anche ad ogni donna abituata alle gestazioni, che ha imparato nel buio a seguire le tracce del giorno che deve arrivare. È una parola di grazia, come quando la quercia chiese al mandarlo: "Parlami di Dio!". E il mandorlo fiorì. Bene è proprio ora di andare a dormire adesso: "Sogna! Sogna un mondo che ancora non si vede, ma che di certo arriverà&

Ma forse è proprio dai tuoi occhi che arriva una canzone

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È un verso dall'ultimo album di Fiorella Mannoia. Un ultimo verso, dunque per questa sera che è diventata notte fonda: direbbe la grande Etty Hillesum che ci vuole un verso di poesia al giorno per poter vivere. Aggiungo che ci vogliono due occhi che ti guardano con tenerezza per non morire quando arriva sera. Per questo è dolcissimo addormentarsi col Signore, mentre ripercorriamo i volti degli amici incontrati o desiderati, il volto dei nostri cari; ed in ognuno di loro ci soffermiamo un po', finché non scorgiamo in loro un raggio della luce di Cristo. "Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace.. perché i miei occhi hanno visto.. luce.." Così si affronta la notte, circondati da angeli. Così ci si prepara al mattino, per un giorno nuovo, per le opere belle che ci aspettano, per le ferite di cui potersi vantare da vecchi, per i sorrisi a cui sapremo dare ali. Buonanotte fratelli e sorelle, amati dal Signore.

La risurrezione è già tra noi

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  Può sembrare esagerato, ma è così. Lo diceva pochi giorni fa Papa Francesco in un'omelia. E ricordava che noi   "chiediamo al Signore di dissolvere quella mestizia negativa, che a volte s’infiltra in noi, come se con la morte finisse tutto". Non è vero,  ed è cosa buona ricordarcelo in questo tempo di prova dove spesso l'ombra scura della morte ci passa accanto nel pensiero, nelle notizie, nelle paure. Quando ero piccolo e doveva salire in mansarda avevo una gran paura del buio, e dovevo accendere velocemente la luce appena arrivato per non esserne sopraffatto. Da allora piano piano, per grazia, ho capito che per sconfiggere l'ombra oscura di ogni morte è proprio questo che bisogna fare: accendere la Luce. Soprattutto prima di andare a dormire. Buonanotte amici ed amiche, buonanotte dolcissimo Gesù: a voi una carezza sul cuore. Ci incontreremo tutti stanotte, nella Luce di Dio.

"Le persone più sveglie che conosco sognano di continuo"

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  Così comincia un libro che un bravo libraio oggi mi ha consigliato di leggere; anche il titolo è intrigante, ma per questa sera non lo dirò. Il continuo è altrettanto interessante: "Le persone più sane che conosco fanno cose assurde, avventate, senza senso. Le più intelligenti parlano che le capiscono anche i bambini, le più forti è un sussurro la loro voce, e le più serie ridono, ridono sempre. Le più giuste hanno fatto tanti errori che non so aggiustano, e le più vive, le più vive, sono morte tante volte: e ogni volta, poi, di nuovo, di nuovo sono nate". Ecco, questa sera un autore laico ci fa risuonare una parola. Era la parabola dei talenti il Vangelo di oggi, dove alla fine risuonava l'invito a prendere parte alla gioia del padrone, ma solo per chi aveva rischiato e trafficato i propri talenti vincendo la paura di perdere, di sbagliare. Mi sembrano un eco di questa Parola , le parole di sopra. Gettare il cuore oltre l'ostacolo, crederci ancora nella propria

Se dunque tu mi consideri amico

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  " Se vuoi .." è sempre l'inizio delle proposte di Gesù. Oggi è di Paolo, san Paolo. È in carcere per la sua fede e lì ha conosciuto un giovane schiavo fuggito in cerca di libertà, Onesimo. Paolo in catene gli parla di Gesù ed in poche settimane Onesimo gli chiede di essere battezzato in carcere, affascinato dai racconti e dal cuore di Paolo. Si scopre poi che il padrone di Onesimo è Filemone, un caro amico di Paolo stesso che a suo tempo lui aveva convertito e battezzato. Allora prende "carta e penna" e immediatamente gli scrive dicendogli: "Caro Filemone, come Apostolo potrei ordinarti di ridare la libertà ad Onesimo, pena farti allontanare dalla comunità. Ma cosa mi importa se tu facessi il bene perché costretto? Se tu mi considero amico invece ..". Ecco l'inizio di un mondo nuovo, di una storia che non finisce di riempire i cuori ed il mondo della sua bellezza. Tramonta il volto di un Dio che costringe, che cerca dei servi che lo venerino, e i

L' estate di san Martino

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  Era la mia parrocchia san Martino a Senigallia, dove i bravi frati Servi di Maria mi hanno accompagnato nei primi passi della fede. In fondo alla Chiesa un grande quadro della scuola del Barocci mostra Martino vestito da cavaliere romano che taglia il suo prezioso mantello per darne metà al povero. La notte sognerà Gesù che lo ringrazia dicendo: "Tu Martino oggi mi hai coperto con questo mantello". L'antico racconto ricorda che era un giorno terribilmente freddo, ma dopo quel gesto improvvisamente il tempo divenne mite. Un gesto di carità attraversa i secoli, insegna fare a metà della propria veste, a coprire chiunque abbia freddo: a stendere un mantello di dolcezza su  chi questa notte andrà a dormire con una parte del cuore scoperta, infreddolita dalla solitudine, dalla paura da un marito che non riconosce più, da una sposa che se n'è andata, dal timore del lavoro incerto, da un figlio che si sta smarrendo, da una febbre che non se ne va. Raccontiamo ai nostri fig

Di cosa si rallegra Dio?

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  “Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore”. Qui arriva a sera, da qui si riparte: la gioia del Signore. Di cosa si rallegra Dio? Della gioia che abita il cuore delle donne e degli uomini, della bellezza delle cose, del profumo del creato. Ora è notte, quando il buio sembra essere più forte della luce di cui ogni cosa si riveste. Ma è solo uno scherzo sapiente, come quando si nasconde il volto dietro un tovagliolo e lo si riscopre subito per far sorridere un bambino.  Il mondo vuole solo un po' riposarsi dagli sguardi predatori per togliersi la polvere della giornata appena trascorsa. Domani si vestirà dei suoi nuovi colori di speranza. Ecco allora cosa chiedere domattina appena alzati: “Donami Signore il tuo Santo Spirito perché oggi sia lieto delle gioie di chi incontrerò, della bellezza nascosta delle cose che esistono, degli alberi che respirano il cielo”

Un amico è il contrario di un muro

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   Un mio amico oggi mi ha ricordato che è l'anniversario della caduta del muro di Berlino: 9 novembre 1989. Un amico vero, in fondo, è il contrario di un muro. Cadde un muro che non divideva solo una città o un mondo, ma molto di più. Ma tutti sapevamo che in fondo lo stesso muro ogni giorno le tenevamo in piedi anche noi nel fondo del cuore. Ecco perché oggi festa della Dedicazione della Basilica Lateranense mi piace sottolineare questa coincidenza. La grande basilica romana fu la prima dove finalmente il popolo, libero di pregare, poteva entrare senza più paura, perché Dio era un Padre e non un capriccioso despota che lanciava fulmini a piacimento. Così oggi ci fa pregare la liturgia: Gerusalemme nuova, immagine di pace, costruita per sempre nell'amore del Padre. Dentro le tue mura, risplendenti di luce, si radunano in festa gli amici del Signore. Quali sono le pietre che trasformano quattro mura in una casa? Siamo noi quando l'anima si dilata e diventa accogliente: alla

Siamo in attesa di riabbracciarci

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Così scrive don Luigi Verdi per questa domenica: "Siamo in attesa di riabbracciarci, di riprendere a vivere. In attesa, come le donne del vangelo di oggi; quelle donne sagge, in attesa di ciò che sta per venire, ma anche con la pazienza verso ciò che non sai quando verrà. La pazienza è la capacità di sostenere il tempo, di perseverare, di sostenere gli sguardi verso l’orizzonte, le lacrime e le vite strozzate. Chiediamo di essere creature dell’attesa, che non si piegano, che non si addormentano, che non infrangono mai la speranza." Mi piace tanto questa speranza bambina, questo intreccio tra il tempo ed il sorriso, queste lampade accese nel buio della notte, con dentro il profumo delle nozze. Lo sposo sta per venire, non ve ne accorgete? Le doglie del cuore sono l'inizio del parto di un uomo nuovo che non ha più paura, la notte più fonda è solo il momento più vicino all'aurora. Buona domenica alla mia comunità