L' estate di san Martino

 

Era la mia parrocchia san Martino a Senigallia, dove i bravi frati Servi di Maria mi hanno accompagnato nei primi passi della fede. In fondo alla Chiesa un grande quadro della scuola del Barocci mostra Martino vestito da cavaliere romano che taglia il suo prezioso mantello per darne metà al povero. La notte sognerà Gesù che lo ringrazia dicendo: "Tu Martino oggi mi hai coperto con questo mantello". L'antico racconto ricorda che era un giorno terribilmente freddo, ma dopo quel gesto improvvisamente il tempo divenne mite. Un gesto di carità attraversa i secoli, insegna fare a metà della propria veste, a coprire chiunque abbia freddo: a stendere un mantello di dolcezza su  chi questa notte andrà a dormire con una parte del cuore scoperta, infreddolita dalla solitudine, dalla paura da un marito che non riconosce più, da una sposa che se n'è andata, dal timore del lavoro incerto, da un figlio che si sta smarrendo, da una febbre che non se ne va. Raccontiamo ai nostri figli questa sera o domani di questo cavaliere più forte del suo grande campione sportivo, ben più vero del suo supereroe, più gioioso dell'ultimo cantante di tendenza o della youtuber del momento. Ma raccontiamoglielo con voce stupita –anzi quasi sottovoce direi – con l'emozione di chi ti fa conoscere un gigante della storia: uno che lasciò la spada ed il cavallo del grande esercito romano e decise di amare con tutto se stesso Dio ed il prossimo, che poi, infondo sono quasi la stessa cosa. Si addormenterà in una notte piena di stelle e domattina sarà più forte. Buonanotte fratelli e sorelle

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